Mettersi in gioco nel tango

Di Loredana Urbini

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Per mettersi in gioco è necessario prima di tutto accettare il gioco e le sue regole. Giocare è una pratica che gli adulti spesso hanno dimenticato o abbandonato, non si dedicano più al gioco oppure vi dedicano pochissimo tempo, come se fosse un’attività che non si addice all’adultità[1]. Attraverso il gioco i bambini sperimentano più ruoli, giocando a fare finta di essere qualcun altro, si immedesimano in quel ruolo, “giochiamo a fare la mamma?”, recitando delle parti, calandosi nei ruoli. Questo gioco di essere nelle parti di…(mamma, papà, nonna, maestra, dottore, ecc.) fornisce un’occasione preziosa per provare, come fa l’attore, che cosa succede vivendo la vita di un altro, favorisce l’empatia, perché richiede a chi lo esercita lo sforzo di immaginarsi in quel ruolo e di agire di conseguenza. Entrare ed uscire per gioco da un ruolo ad un altro affina l’abilità di vedere e sentire come farebbe l’altra persona. Si agiscono le informazioni raccolte fino a quel momento, su quel determinato personaggio/ruolo, prendendole come modelli di riferimento.

Il tango chiede ai ballerini di mettersi in gioco, di interpretare un ruolo, per la durata di un tango o meglio di una tanda, di essere una coppia, una donna e un uomo e di agire il ruolo della donna o il ruolo dell’uomo, il femminile e il maschile che si incontrano nell’abbraccio della coppia di ballo, che sia realmente una coppia nella vita oppure che stiano ballando due sconosciuti, si tratta di accettare di giocare “alla coppia” nella parte dell’uomo e della donna. Uno conduce e l’altra segue, questa è la semplice regola di questo gioco.

Mettersi in gioco nel tango significa anche mettersi alla prova, intraprendere un cammino nuovo, superare la timidezza, andare verso l’altro, saperlo ascoltare ed accogliere, mettersi in relazione attraverso il corpo, una connessione che inizia con il gioco di sguardi per la scelta del partner di ballo, l’invito a stabilire il contatto con l’abbraccio.

Le differenze dei ruoli nel tango si esprimono anche nei passi che non sono simmetrici, uomo e donna conducono un dialogo corporeo caratterizzato dall’improvvisazione, dove ad ogni passo dell’uomo corrisponde un invito per la donna, in un continuo scambio di segnali e razioni che generano il movimento, costituendo un complemento l’uno dell’altra in un un’unica danza, senza entrare in competizione ma collaborando, giocando con i passi e con la musica.

Il tango si balla in due, l’uomo e la donna svolgono due funzioni diverse e necessarie per l’armonia della danza, l’uomo ha la responsabilità di proteggere la donna di seguirlo e tramutare e interpretare e con eleganza gli imput che riceve, l’uomo da solo non può ballare il tango e neppure la donna può farlo. La coppia di ballo è inserita in un gruppo e deve rispettare le regole, i codici e il galateo della milonga.

 

 

[1] Indica l’insieme delle caratteristiche che definiscono e caratterizzano l’adulto, problematizzando l’idea tradizionale di adulto inteso come individuo la cui crescita sia già compiuta, per affermare che si tratta anch’essa di un’età in evoluzione e cambiamento.